Che vita da Scrapper: momenti di vita quotidiana tra realtà e fantascienza. Identikit di uno scrapper (seconda parte)

Ben trovati con la seconda e ultima parte di questo eccezionale viaggio alla scoperta dell’identikit di uno scrapper.

Come anticipato oggi ci addentreremo nell’analisi del linguaggio, dell’organizzazione sociale e delle caratteristiche tipiche-tipizzanti.

Pronti, partenza, via!






Il linguaggio
Come le comunità di api, anche quella degli scrappers adotta un sofisticato sistema di
comunicazione per lo più incomprensibile ai fuori-specie, fatto di numerosi inglesismi e
francesismi in un repertorio lessicale altamente specifico, talmente specifico che ho fatto
impazzire il correttore ortografico di word e la mia vista a rileggere il testo tutto
sottolineato di rosso.
Tale idioma è lo scrappese.
La comunicazione scritta rispetto a quella orale è spesso rappresentata da olofrasi, non è improbabile che uno scrapper produca infatti per esprimersi espressioni quali “adorable”, “unique”, “smile” ecc.
Se vuoi parlare con loro e capirli devi usare la loro lingua.

L’organizzazione sociale
Questo aspetto è particolarmente complesso, non tutti gli scrappers godono del privilegio di rivestire tale ruolo full-time, molto spesso bisogna riuscire con tenacia, determinazione, prepotenza, mediante una guerra civile a farsi un varco nella coesisitenza coatta di ruoli diversi: madre, moglie, professionista, gattara, ecc.
Gli scrappers possono decidere di radunarsi in associazioni, gruppi fisici e virtuali.
Una distinzione interindividuale importante è dettata dall’esperienza maturata sul campo, dallo studio, dalla ricerca e da una forte componente di abilità innata, per questo non è difficile distinguere tra le varie classi la figura dello scrapper alfa.
Lo scrapper alfa è precisamente quello che qualsiasi cosa produca risulta essere un capolavoro, potrebbe lanciare abbellimenti e ritagli girato di spalle e ad occhi chiusi creando comunque una composizione coerentemente armoniosa.
È quello che picchietta con noncuranza il pennello o peggio spruzza l’inchiostro spray creando macchie perfette e studiatamente casuali, facendoti inoltre illudere che il tutto sia di una semplicità estrema.
È quello a cui lo stencil mai si permetterebbe di far trapassare il colore.
Quello che riesce a restare stabile nella scelta tra più di due elementi.
Uno che, nelle mille possibilità diverse che si aprono nell’atto di creare, trova sempre la direzione giusta.
Uno le cui creazioni sono solide, resistenti e non trasudano quel certo non so che di precario.
Insomma, uno che, oltre all’asso nella manica, ha anche Parco della Vittoria e Viale die Giardini, non come me che mi ritrovo con Vicolo Corto e Vicolo Stretto.
Ecco, appunto, accanto agli scrappers alfa ci si può imbattere in una come me, la Bridget Jones degli scrappers, che fa fatica anche ad avvicinare a sé quell’etichetta “scrapper” per paura di sciuparla, ma “quelli come me” potrebbe essere un capitolo a parte.

Caratteristiche tipiche- tipizzanti
Nonostante questa eterogeneità anche sociale, esistono delle caratteristiche comuni costanti, unificanti, capaci di accorpare la stragrande maggioranza della popolazione scrapper.
Ecco un elenco di queste caratteristiche tipiche –tipizzanti:

  •  guardare il mondo con due fogli di vellum sugli occhi;
  •  guardare il mondo con l’idea di un riciclo creativo della qualunque;
  •  guardare il mondo per conservarlo e ricordarlo.

L’atto creativo passa quindi da questi tre elementi: osservare-progettare-fare.
Ma esaminiamo ogni singola voce.

Guardare il mondo con due fogli di vellum sugli occhi
Si guarda al cielo nuvoloso immaginandoselo con dietro una mattatura gialla, un frame con applicate foglie fustellate e qualche enamel dots (ecco un esempio di correttore ortografico impazzito).
Si vede il mondo più colorato e a pois, con più sentiment!
Ho visto gente, me, comprare gonne e camicette con fantasie concorrenziali a taluni pad di patterned, praticamente un LO vivente, “capolavoro vivente” mi pareva poco umile.
Ho visto gente, me, comprare libri che narrano storie di bambine di carta.
Si ipotecano con wish-list perennemente aperte, inesauribili: Natali, compleanni, festività varie, soppresse e anche quelle di altri a cui si regala la gioia di vederci felici.
Le 50 sfumature di grigio per noi sono quelle dei Bazzil, con buona pace dei partner.
Quando c’è un progetto in corso non si ha testa che per quello, con buona pace dei partner.
Quando lo si termina si vive il senso di abbandono che coglie quando si è finito di leggere un buon libro o quando ci si separa da un amico.

Guardare il mondo con l’idea di un riciclo creativo della qualunque.
Ogni oggetto della vita quotidiana è rivisto e rivisitato con intenzioni scrappiche, ovvero con un uso diverso da quello per cui era stato progettato. Questo vale per i cartoni delle pizze, le scatole dei cereali, il retro degli album… notare che trattasi per lo più di oggetti che potevano tranquillamente aver compiuto il proprio dovere dopo un’onorata carriera e trovare finalmente pace anche solo nel pensionamento, se non nella terra lieve.
Quindi: o gli scrappers sono sostenitori dell’INPS o hanno problemi a livello psicologico con il concetto di separazione.
Ma non finisce qui la lista dei rimansionamenti: bigiotteria, nappine, fiocchi di mutande, bottoni, elastici tubulari, tutto può concorrere ad impreziosire un progetto, una visione ottimistica insomma sull’irrinunciabilità di ciascuno nel mondo.

Guardare il mondo per conservarlo e ricordarlo
Basta ricordare con dignità quella cicca masticata e non aggiungere altro.
L’incontro tra specie anche apparentemente diverse non smette mai di sorprendere per il senso di appartenenza che riesce a generare rispetto ad un identico sentire, un qualcosa di condiviso così profondamente e visceralmente, che ci fa percepire reciprocamente accolti nelle medesime ossessioni, sintonizzati sulla stessa follia.

Emilia

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