Nel dubbio…entrambi

“Quando incontrerai l’uomo della tua vita te ne accorgerai…”

“Quando vedrai l’abito da sposa che fa per te lo capirai subito…”

“vedrai l’istinto di una mamma funziona sempre…”

Cioè, scusate, esiste una regione cerebrale sede “dell’istinto” capace di discriminare la frequenza del pianto di un bambino ed associarla a una serie infinita di significati???

Dovrò farmi vedere da un neurologo, uno bravo però, perché penso che quella porzione del mio cervello abbia subito un grosso danno, o forse trattasi di agenesia.

Credo proprio di avere lo stesso istinto di Bunny (alias Sailor Moon), che impiega una serie intera a capire chi sia Milord. Niente, nessuna vocina interiore mi ha mai comunicato un accidente, ogni scelta o decisione è sempre stata e continua ad essere frutto di mille ragionamenti o di zero ragionamenti, del tipo facciamoci trascinare dagli eventi, ma tutto ciò non è istinto, cos’è l’istinto?

È un 50% di possibilità????

È un “decido così tra un così e un cosà” … anzi no, cosà …no, no scusa, così… e no! Questa è “l’indecisione” e questa la conosco bene.

Penso che un tempo “istinto” e “indecisione” fossero sposati e l’uno compensava l’altra… bene, la mia coppia ha divorziato, “Lui” ha abbandonato il tetto coniugale e ta daa: 20 minuti per scegliere tra due pad, 30 tra due fogli singoli!  In bilico tra un verde e un rosa.

Da che posso ricordare sono sempre stata così, il ragionevole dubbio mi ha sempre accompagnata prendendomi per mano fin dal: Terence o Anthony? Scegli! Terence o Anthony?

Da questa scelta si delineava già a quale prototipo di uomo una ragazzina aspirasse… e che bambina eri! Mai riuscita a decidermi tra i due, perché scegliere? Perché doversi accontentare? Beh, perché non accontentarsi avrebbe delineato realmente che bambina eri!

Eppure non mi piace accontentarmi, scegliere tra due, come tra Topolino e Paperino, Coca Cola e Fanta, Beatles e Rolling stones, ci sono momenti della vita in cui ciò di cui hai bisogno è Ken e altri in cui è Big Jim… oh oh è patologico essere tornata ad un esempio di scelta tra due uomini, finti per giunta????

Questa dannata paura di fare la scelta giusta, di prendere il sentiero giusto a quell’inevitabile bivio, proprio perché dalla decisione di un momento si dispiega quello specifico evolversi di eventi, di cui la gente normalmente vive e di cui io sembro sempre non accontentarmi, continuando a guardare indietro, ad immaginare diversi epiloghi…cosa sarebbe stato se… maledetto condizionale!

Per fortuna questo ritmo binario dell’out-out, è talvolta costellato da qualche rassicurante certezza, paletti prevedibili e sicuri a cui aggrapparsi, un po' come la programmazione annuale nel palinsesto di Dirty Dancing.

E questo hobby non aiuta, come puoi decidere tra una collezione e un’altra? Tra un lo sistemo a destra o a sinistra, o anche sopra o sotto, per essere politicamente corretti…

una paillette o un enamel dot?

Uno sticker o un die cut?

Io poi vorrei sapere chi è stato quel sadico ad ideare i fogli fronte retro,

do- do- do- do- double face (cit. Lady Gaga)

come si può dover scegliere?

È quasi come chiedere: “a chi vuoi più bene a mamma o a papà?”

NON SI FA!

Per non parlare dei colori degli ink: rosso pomodoro maturo al sole di Pachino o profondo rosso splatter Argento?

Cosa metto nel carrello? Un timbro o una fustella?

Nel dubbio… entrambi!

 

1 commento:

  1. ❤️...se si sceglie di leggere quello che scrivi, la scelta non è mai sbagliata, soprattutto al primo mattino come sto facendo io!!! Non c'è alternativa migliore per proseguire la giornata ❤️

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