Che vita da Scrapper: Quello che i video tutorial non dicono (seconda parte)


Riprendiamo il filo da dove lo avevamo lasciato, ecco proprio di filo andremo a parlare nella quarta monografia, se non perderemo il bandolo della matassa, e non assicuro niente…



Terza monografia

Embellishment


Chipboard, die cut, fustellati e tutto quanto possa occorrere ad abbellire un progetto, tutto quello che ci legittima a tener via dall’etichetta del capo di abbigliamento all’adesivo sul giornalino di nostro figlio, dal ritaglio del ritaglio di quella patterned che tanto amiamo al pizzo della bomboniera dell’anniversario della zia Clotilde.
Come usarli? Come potrebbe suggerire una qualsiasi filiale del fight club: l’unica regola è nessuna regola.
Così ci mostrano quei tutorial con movimenti rapidi e sicuri anche se tolgono-mettono-cambiano-spostano- sistemano-rimettono-girano- sostituiscono- capovolgono- sovrappongono-ruotano-nascondono né troppo, né troppo poco, senza un’apparente logica, ma con gesti che in realtà sottendono linee guida estetiche, di proporzione, di equilibrio di ordine, di punti focali, di tecniche che io ignoro e che cerco di inferire anche se mi rendo conto che alla fine seguo la mia personalissima regola:
l’entropia e il caso.
È una teoria complessa, cerco di semplificarla: in principio c’è l’errore, una costante k dell’azione S, l’errore K genera una posizione circoscritta nello spazio nelle sembianze di buco, macchia, strappo, ecc. che diventa necessariamente il punto esatto X da occultare con un abbellimento.
La collocazione di tali elementi è dunque governata dalla casualità prodotta dall’errore K moltiplicato per l’entropia che regola l’universo fuori e dentro di me.

Quarta monografia (forse)

Se ho scelto lo scrap è perché rifuggivo altre arti, per quale motivo i nodi devono sempre venire al pettine e devo continuamente scontrarmi con la matematica e il cucito?
Semplice perché sono i pilastri dell’esistenza, le leggi della matematica e il cucito governano la vita.
Quindi:

Quarta monografia
la matematica, ma soprattutto il cucito

Tu le vedi con scioltezza destreggiarsi tra pollici, centimetri passando dagli uni agli altri e dagli altri agli uni, padroneggiare divisioni a due cifre e coi decimali, quando io faccio fatica anche a ricordare esattamente 44 gatti…in fila per?... Col resto di?
Le vedi armeggiare con proporzioni e frazioni per non parlare di geometria, angoli a 45° e compagnia…
MA la matematica è una scienza esatta e non mi appartiene io ci ho provato, con la matematica, mi sono iscritta al liceo scientifico perché mi piaceva l'idea di riuscire coi numeri, di superare quel muro, che muro è rimasto, ma mi piace ancora, e mi ostino a guardare numb3rs, pur non capendo mai niente oltre al tre per due. La matematica non sarà mai il mio mestiere (cit.)
... E il cucito???? Tutorialiste che cuciono e ricamano addirittura la carta! Il mio sogno proibito…
Il mio frustrante rapporto con tale arte ha un retaggio rintracciabile nella mia infanzia, nel deludente rapporto con lei, che prometteva abiti e pupazzi dalle forme più svariate, ma nelle mie mani era in grado di produrre unicamente … TUBI DI LANA!!

#maiunamanica: LA MAGLIERIA MAGICA DI BARBIE.

Se penso a mia nonna...sapeva fare di tutto, addirittura girare i colli delle camicie di mio papà, purtroppo già dal passaggio a mia mamma questo frammento del dna è andato perso, l'unica speranza è che salti una generazione...
Perché il cucito come la matematica è una scienza esatta.
E anche col cucito ci ho provato! Mi piacerebbe fare il filo all'ago e attaccar bottone e NON rinuncio all'idea di un corso perché al momento da autodidatta sono stata capace solo di creare grovigli di fili grossi come olive sul retro della tela aida.
Dietro ogni bottone da me attaccato c'è un suo gemello fatto di cotone: “ti sfido ancora a staccarti!”
Sono capace di acrobazie con un filo! Tipo riuscire a incastrarlo ovunque e pure sedermici sopra senza trovarne più il capo, il tutto mentre è ancora infilato all’ago! Credetemi, si può!
E i rammendi alle calze di mio marito? Io mi impegno, ma lui dice che di dita ne ha già cinque, il sesto non riuscirebbe a gestirlo...
Ecco a cosa serve l'uovo di legno! Ricordo con tenerezza quello di mia nonna, non serviva a far cadere i birilli...
un corso, avrei proprio bisogno di un corso, ma più che base, radice, pilastro, fondamenti e propedeutica dell'ago, semeiotica del filo, uno che abbia come obiettivo ultimo:
“attaccare un bottone”
di più non potrei e soprattutto mi SERVE che contenga i seguenti moduli:

Modulo 1
Impugnare l'ago: differenza con forchetta, penna, coltello e zappa.

Modulo 2
Il filo nell’ago:
Sessione A- ottimizzazione dei tempi, occupare 25 minuti dei 40 a disposizione.
Sessione B- metodi e tecniche per evitare il dispendio di un ettolitro di saliva nel tentativo di inumidire-barra- intimidire il filo

Modulo 3
Annodare il filo senza creare una catena di nodini equidistanti l'uno dall'altro con la capacità di attraversare la stoffa.

Modulo 4
Evitare un'entità dotata di vita propria sul retro del lavoro.

Modulo 5
Evitare che l'ago debba uscire esattamente da dove è entrato per salvare il lavoro e non dover ricominciare da capo.

Modulo 6
Riuscire a mantenere una linea dritta senza perdere una diottria.

Modulo 7
Come riuscire ad evitare di assumere una postura da Quasimodo.
Già attaccare contrassegni ed etichette sui set asilo ha profondamente minato la mia autostima, una sfida all'ultimo sangue, quello che mi procuro pungendomi ripetutamente ogni volta che impugno la mia spada...
Ecco a cosa serve il ditale! Sempre la mia nonna ne aveva di vari colori e materiali, non erano pezzi di una torre... per me tutto quello che abitava nella sua scatola da cucito rappresentava un gioco... l'innocenza dei bambini!

Per ora è tutto, a voi studio, ma non perdetevi le prossime, mi raccomando!

1 commento:

  1. punto2 e punto3 .... sono i più difficili, ho assolutamente bisogno d'iscrivermi a questi 2 moduli!!!

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